A Sicignano degli Alburni, Campania, esiste un monastero maledetto che è fonte di numerose dicerie. La gente del posto si tiene lontano e diffida i curiosi forestieri dall’avvicinarsi troppo a quella diroccata e sinistra costruzione.

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Ma cosa c’è in quel monastero?

La storia

La leggenda narra che un giorno un pellegrino malridotto bussò alle porte del monastero. I monaci vedendolo ridotto così male lo ricoverarono sicuri che fosse sul punto di morire. Per ben due volte gli diedero l’estrema unzione ma questi non si rassegnò e sopravvisse. Per sdebitarsi cominciò a lavorare presso il monastero come uomo di fatica, finché non sentì la vocazione. Prese i voti e divenne anch’egli frate.

A mettere i bastoni tra le ruote alla carriera ecclesiastica dell’uomo fu una donna, o meglio, la lussuria che la visione di questa donna gli procurava. Era una contadina del villaggio che prestava opera al monastero. Le sue grazie misero alla prova che l’uomo che non ebbe molta resistenza. Tra i due si scatenò la passione. Gli accoppiamenti però non sfuggirono agli occhiuti frati. Qualcuno fece la spia ed entrambi fecero una brutta fine.

La punizione

I caritatevoli frati rinchiusero l’uomo in cella attendendo che si pentisse, nel frattempo si dedicarono a ogni sorta di sevizia e brutalità per estorcere una confessione di possessione diabolica alla giovane contadina. Dopo giorni di tortura la ragazza confessò di essere una strega e fu uccisa. Del resto pur di far cessare le torture chiunque confesserebbe colpe non commesse. Un metodo questo che in punta di diritto non sembra efficace per determinare la verità eppure la tortura si continua a usare e c’è chi la difende pur di raggiungere alcuni scopi.

La maledizione

L’uomo per vendicarsi maledì il monastero e offrì la sua anima al Diavolo. Da qui comincia la storia che si tinge di soprannaturale e che allunga le sue ombre sinistre anche sul presente.

I monaci cominciarono a morire, uno dopo l’altro, come in uno slasher movie. L’aura maledetta a quanto pare colpiva chiunque si avvicinasse. In paese cominciarono a sparire persone. Qualcuno allertò il reggente che però ritenne infondate quelle voci, finché a sparire furono contadini e poveracci. Quando a lasciarci le penne fu la moglie di un nobile, uccisa nel convento dopo che vi aveva trovato rifugio. Il Re intervenne inviando delle guardie che dopo una sommaria indagine stabilirono che un serial killer dell’epoca agiva in quel convento, accusarono il monaco maledetto che nel frattempo era divenuto il capo.

Giovanni, così si chiamava il monaco assassino, venne impiccato proprio a una quercia davanti al monastero.

Nonostante la morte del monaco il monastero conservò la sua nomea di luogo maledetto. Si dice che l’anima del monaco vaghi là attorno e minacci chiunque si avvicini. Se qualcuno ha conoscenza di apparizioni o di disavventure capitate in quei luoghi mi contatti in privato.

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